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La sicurezza nelle industrie chimiche

Lavorare al’interno di industrie chimiche e meccaniche può essere molto pericoloso. Sostanze tossiche, elementi nocivi che possono in un batter d’occhio stroncare la salute di chi vi entra in contatto. Si tratta di rischio chimico, ovvero i rischi che corrono tutti quelli che all’interno del loro luogo di lavoro, entrano in contatto direttamente o indirettamente con alcune sostanze pericolose.

Nonostante i progressi fatti grazie all’utilizzo dei robot collaborativi, gli incidenti causati da sostanze chimiche pericolose sono numerosissimi, quasi il 40% di tutti quelli che avvengono sul luogo di lavoro. Ciò è dovuto al fatto che esistono un grandissimo numero di sostanze diverse, che sebbene non siano direttamente disponibili in commercio per il consumatore, servono per realizzare i prodotti finali a esso destinati.

Queste sostanze vengono dette sostanze intermedie, ovvero non disponibili nel commercio al dettaglio, ma destinate all’utilizzo industriale.

Se queste sostanze non sono disponibili in retail c’è un motivo, ovvero che sono pericolose e molto nocive. Va da sé quindi che il loro utilizzo all’interno dei diversi ambiti industriali deve essere fortemente regolato, per vedere garantita quella sicurezza dei lavoratori priorità sociale, che si trovano a lavorarle.

Quali sono i diktat su cui le industrie chimiche non possono proprio transigere?

1 – Rispettare le normative vigenti per la messa in sicurezza

Queste sostanze sono regolate a livello europeo. Tramite questo regolamento le sostanze vengono classificate.

Deve essere redatta una scheda di sicurezza che deve descrivere il grado di pericolosità nella lingua in del Paese in cui la sostanza verrà distribuita. Questa scheda verrà apposta sull’etichetta che dovrà per legge essere sempre inclusa nel materiale distribuito.

Le sostanze vengono debitamente regolate non soltanto durante la fase di utilizzo, ma in ogni fase del suo ciclo di vita. Dalla produzione, alla spedizione, alla commercializzazione. La finalità è sempre la stessa: da un lato non contaminare le sostanze e quindi non compromettere la loro natura e quindi la loro finalità di utilizzo, ma dall’altro, molto più importante, è assicurare la massima sicurezza di tutti coloro che vi entreranno in contatto.

2 – Pratiche di prevenzione del rischio chimico

Mettere al sicuro i lavoratori dal rischio chimico è tra gli obblighi del datore di lavoro.

Oltre che dal punto di vista umano, le normative vigenti mettono in pratica una dettagliatissima lista di sanzioni. Esse, oltre ad essere molto cospicue, spesso vanno oltre il solo lato pecuniario, me possono determinare anche limitazioni all’attività tutta se non addirittura la sua cessazione nei casi più gravi.

Prestare attenzione a questi aspetti, richiedere consulenza ad esperti del settore, utilizzare composti assorbenti, filtrare le sostanze tossiche tramite appositi filtri come quelli di produzione Copor, sono alcune delle pratiche cui non si può assolutamente rinunciare.

3 – L’importanza della formazione del personale

Nella peggiore delle ipotesi, ovvero nel caso in cui ci sia uno sversamento, il personale deve sapere perfettamente cosa fare. Tra gli obblighi del datore di lavoro c’è infatti anche la formazione dei propri dipendenti. Essi non soltanto devono conoscere la sostanza e i rischi che essa porta con sé, ma devono anche sapere come gestirla e come mettersi al sicuro in caso di emergenze.