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La classifica dei migliori salumi del Sud per gli italiani

Uno dei maggiori vanti del Made in Italy è quello che riguarda la produzione di alimenti di qualità. Si tratta di un mondo infinito fatto di vini, salumi, formaggi, oli, farine e molto altro ancora. Questo immenso tesoro è motivo di orgoglio e di appartenenza perché deriva da ricette e procedimenti antichi, che vengono mantenuti vivi grazie al passaggio di generazione in generazione dei trucchi del mestiere. Parlare di cucina tipica italiana richiederebbe molto più spazio di un breve focus come quello che stai per leggere ed è per questo che abbiamo deciso di concentrarci sui salumi del meridione con una piccola classifica sui più popolari e apprezzati. Sicuramente ci saranno dei grandi esclusi ma, per questioni di spazio, abbiamo dovuto essere molto severi nella scelta. Questo significa che il pregio e la qualità dei salumi di produzione Made in Sud è oltremodo eccellente e che, al di là di questa classifica goliardica, fanno parte di un patrimonio delizioso che ti invitiamo presto a scoprire e a degustare.

La soppressata lucana

La soppressata è una tipologia di salame che vanta il riconoscimento di prodotto agroalimentare tradizionale. Le regioni che se ne contendono la paternità sono Basilicata, Puglia, Campania, Abruzzo e Molise. C’è da dire che le produzioni di ogni regione sono tutte molto valide per cui ci concentreremo più su come viene lavorata che sull’origine vera e propria di questo gustoso salume. Tuttavia non possiamo esimerci dal segnalare che la maggior parte delle fonti reperite sull’argomento segnalino come la soppressata sia lucana o calabrese. La sua popolarità arrivò ai massimi livelli con il grande esodo degli italiani verso l’America e che pensarono bene di portarla con loro tra i bagagli. Pensa che in Pennsylvania il prodotto viene venduto come Supie o Supersata ed è molto conosciuto dagli autoctoni.

La Soppressata si ottiene dai tagli nobili del maiale lavorati a punta di coltello, una tecnica che non richiede l’impiego di macchinari o di aggiunte artificiali. L’unico ingrediente che conserva le carni e le insaporisce è il sale che, assieme al pepe, rendono la soppressata gustosa e saporita. La lavorazione prevede una pressatura e una essiccazione a regola d’arte per cui il salume assume la tipica forma appiattita. È morbida e gustosa, perfetta per abbinarla con il pane o con un bel tagliere di salumi e formaggi. Per le prossime feste colora la tua tavola e acquista la soppressata online per i tuoi antipasti: gli ospiti ne andranno matti!

La Nduja

La Nduja è così popolare e rappresentativa che non puoi non averla mai sentita nominare. Si tratta di un prodotto di origine calabrese dalla consistenza morbida ma dal cuore rosso e piccante. Ciò che forse non sapevi è che esistono versioni molto simili anche in Piemonte, in Corsica e in Francia i cui nomi ricordano quello della Nduja calabrese. Difatti potresti trovarti dinanzi ad un “Salam Dla Duja” o ad un bella “Andouille” con caratteristiche di colore, morbidezza e piccantezza vagamente note.

La vera Nduja nasce nell’altopiano del Poro, tra Spilinga e Vibo Valentia. Si prepara con le carni grasse del maiale, con il peperoncino calabrese e con budelli ciechi. Il procedimento culmina con l’affumicatura che la rende ulteriormente speziata e saporita. È un piatto povero ma dal successo internazionale per cui viene esportata in ogni parte del mondo. La presenza di peperoncino, rinomatamente antisettico, non richiede l’impiego di aromi e conservanti per cui mangerai sempre un prodotto più che genuino.

Il capocollo

Coppa, capocollo, capicollo o ossocollo sono i nomi con cui si fa riferimento ad un salume italiano prodotto praticamente in tutte le regioni. La versione di cui parliamo oggi è sicuramente del Sud per cui la chiameremo con il nome per cui è conosciuta e apprezzata: capocollo. Non ha nulla a che vedere con il Capicollu Corso, né tantomeno con il lonzino abruzzese o laziale anche se forme e colori si assomigliano vagamente. Si tratta di un salume che viene prodotto con la parte alta del collo di maiale e con la spalla attraverso un massaggio al sale e l’insaccamento nel budello naturale che viene messo a stagionare per molti mesi. La produzione prevede anche l’impiego di spezie ed erbe aromatiche ma varia da regione a regione. In passato la carne veniva avvolta in tele grezze e spaghi di canapa e, in molte aziende del Sud, si utilizza ancora questo metodo. Il capocollo è saporito e offre un retrogusto speziato e piccantino che si sposa bene con il pane fresco di giornata e un buon vino rosso di stagione. È una prelibatezza certificata da abbinare agli antipasti o da unire ad un panino per un pranzo veloce perché è priva di conservanti e ricca di nutrienti. Ottima anche come idea regalo natalizio, magari da abbinare ad altri prodotti tipici in un bel cesto ricco e decorato.