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Si può essere dipendenti e avere anche la partita iva?

È ad oggi crescente il numero di persone che decidono di affiancare la propria attività lavorativa da dipendente con l’apertura di una partita IVA per poter trovare un riscontro economico fine mese. Questi soggetti in genere si propongono sule mercato avvalendosi del nuovo regime dei minimi, grazie al quale riescono a pagare una percentuale di tasse molto bassa e sempre proporzionale ai propri guadagni.

Ricordiamo a tal proposito che per utilizzare il regime dei minimi occorre presumere che la propria attività imprenditoria avrà un guadagno non superiore ai 30.000 euro ed inoltre non occorre far parte di una società, ma agire in prima persona, senza neanche avere collaboratori e dipendenti.

Nuovo regime dei minimi: patto di non concorrenza e comunicazione al datore di lavoro

Quindi se la domanda è se è possibile aprire partita IVA ed essere titolare di un rapporto di lavoro dipendente la risposta è assolutamente sì, anche se, ci sono dei “ma”. Innanzitutto per poter fare questo occorre avere un rapporto di lavoro dipendente nel settore privato e soprattutto con l’apertura della partita IVA non bisogna andare a svolgere attività che siano concorrenziali a quella per cui si lavora.

 Per il settore privato non vi è nessun obbligo di comunicazione dell’apertura di attività nei confronti del proprio capo, se non fosse per l’esigenza di un rapporto chiaro e trasparente,  a differenza di ciò che succede nel settore pubblico.

Se si è dipendenti del settore pubblico, non è invece possibile aprire partita IVA a meno che non si sia un insegnante che ha ottenuto dispensa dal direttore scolastico o personale di enti pubblici con orario di lavoro ridotto almeno del 50%.

Regimi fiscali

Se hai verifica che puoi essere dipendente ed aprire partita IVA, se stai per iniziare il tuo business non puoi non aprire la partita IVA e dare inizio a questa avventura, che sì, sicuramente ti porterà delle spese ma anche dei vantaggi. Quali che tu percepirai sono 2 redditi distinti e separati. Per quel che riguarda i redditi derivanti dall’attività in proprio potrai scegliere se aderire al regime dei minimi o a quello ordinario.

Per poter utilizzare il regime dei minimi in cui pagherai una percentuale del 5% di aliquota, i ricavi non dovranno superare i 30.000 euro annui. Nel primo anno di vita della ditta, i redditi sono da riferirsi al lavoro dipendente. Inoltre non vi deve essere partecipazione in nessuna forma societaria.

Inoltre in regime dei minimi non avrai obbligo di aderire alla fatturazione elettronica entrata nella quotidianità delle imprese dal 1 Gennaio 2019. Questo non vuol dire che non vi si potrà aderire in maniera del tutto volontaria, riuscendo anche ad usufruire di alcuni vantaggi. Ad ogni modo, per un’informazione completa sull’argomento puoi collegarti all’articolo regime dei minimi e fattura elettronica, dove potrai trovare tutte le indicazioni. La fatturazione elettronica è stata introdotta non solo per contrastare l’evasione fiscale ma anche per dematerializzare il lavoro delle aziende, con il cartaceo ormai quasi inesistenti e un rapporto immediato con il proprio consulente fiscale.