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I benefici della Pet Therapy nel percorso di inserimento degli anziani in casa di riposo

dogcamp1_800x497E’ abitudine diffusa che all’interno di una casa di riposo o nel suo parco, vi sia almeno un piccolo animale domestico.

Cagnolini e gattini, oltre che allietare le giornate agli ospiti e ai loro famigliari che accorrono in visita, svolgono anche una funzione importante dal punto di vista sociale e terapeutico, contribuendo a far sentire le persone anziane meno sole e più coinvolte.

L’animale da compagnia riveste grande importanza sotto l’aspetto emozionale e comunicativo indipendentemente dal livello cognitivo dell’anziano, il quale può trovarsi facilitato a instaurare una relazione con l’animale piuttosto che con le persone.

L’uso di animali nel percorso di inserimento in casa di riposo risulta vantaggioso soprattutto nelle fasi iniziali: in questo modo l’ospite potrà sentirsi meglio a livello psicologico e di conseguenza anche la successiva interazione con l’essere umano avrà i suoi benefici.

Il rapporto uomo – animale all’interno di un percorso terapeutico mirato

Il rapporto uomo – animale può essere visto come una semplice attività didattica, ludica, di svago, oppure può inserirsi all’interno di un percorso terapeutico mirato e finalizzato all’ottenimento di un obiettivo, con la presenza di personale assistenziale.

Tale terapia riscontra molto successo nei casi di malattia di Alzheimer, specialmente se in fase iniziale.

Non solo gli amici a quattro zampe sono in grado di calmare e infondere tranquillità alla persona, contrastando eventuali comportamenti aggressivi e irrequieti, ma sanno anche ridurre il livello di stress, osteggiare la formazione di ansia, creare nuovi stimoli, rallentare il processo depressivo, favorire pensieri positivi e le funzioni cognitive, favorire la comunicazione verbale con gli altri ospiti e col personale addetto, stimolare il senso del tatto, donare affetto e soddisfare il bisogno di attenzione.

Non è però possibile per l’anziano portare con sè in casa di riposo il proprio animale domestico e questo potrebbe rappresentare un problema dato che rievoca un ulteriore distacco dagli affetti.

Anche in questo caso la formalizzazione di una Pet Teraphy favorisce l’ambientamento e mitiga il distacco.

Secondo linee guida emesse dal Ministero della Salute qualche tempo fa, la Pet Therapy aiuta l’anziano over 65 a combattere la solitudine, principale causa di depressione. 

Curare gli anziani con gli animali: quali sono i vantaggi

Curare gli anziani con gli animali anche all’interno di strutture assistenziali, significa pensare per loro un percorso misurato e studiato da un team di professionisti capaci di cogliere le esigenze dell’ospite e dedicare un tempo di seduta individuale o di gruppo con l’animale stesso.

Accarezzare il pelo di un cane, spazzolarlo, giocare con lui, sotto la sorveglianza vigile degli assistenti, sono tutte operazioni che possono favorire lo sviluppo e il miglioramento di alcune funzioni che nell’anziano, col tempo, sono portate alla regressione, come la mobilità, il tatto, la percezione delle sensazioni.

Inoltre appositi cani sono ammaestrati per coadiuvare il processo riabilitativo delle persone, le quali hanno il compito di passeggiare in compagnia del terapista e dell’animale. Deficit neurologici, problemi articolari, difficoltà a sottoporsi a trattamenti passivi di fisioterapia, sono situazioni che possono essere contrastate con l’ausilio della pet therapy, giorno dopo giorno. Il terapista può anche svolgere trattamenti al paziente, il quale viene “distratto” dalle cure che egli deve prestare all’animale, secondo quanto affidatogli.

Si crea dunque un’interazione a tre tra anziano, personale e animale.

La Pet Therapy influisce positivamente anche sulla responsabilizzazione delle persone. L’anziano si sente occupato, avverte il bisogno di relazionarsi con l’animale e si accorge di avere un compito da svolgere (fosse solo spazzolare il pelo di un gatto o di un cane), recependo un senso di responsabilità che lo impegna e lo porta a pensare a qualcosa. Il suo giorno e la sua quotidianità presentano quindi un obiettivo.

Anche i malati terminali, gli anziani non autosufficienti possono trovare parziale beneficio dalla vista e dal contatto con gli animali: questi vengono portati nelle stanze in cui vi sono i pazienti, i quali solitamente reagiscono con sorpresa e riescono a interagire positivamente al punto che vengono successivamente richiesti altri incontri. L’assistenza del personale è fondamentale per controllare e vigilare sulle reazioni sia dell’anziano che dell’animale.