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Le drusen retiniche: un problema diffuso ma sempre riconosciuto

Il termine Drusen è una parola di origine tedesca e che significa “nodo, corpuscolo”. Le Drusen infatti sono dei depositi gialli o bianchi, costituiti da materiale proteico e lipidico, che si accumulano nel fondo dell’occhio, precisamente tra la coroide e l’epitelio pigmentato.
Questo accumulo avviene perché con l’invecchiamento le cellule della retina riducono la loro capacità di eliminare queste scorie che tendono quindi ad accumularsi sotto la retina, sotto forma di Drusen.
Oltre all’età, altri fattori di rischio importanti sono il fumo e l’ipercolesteromia.
Conosciamo tre tipi di Drusen:

  • Drusen rigide: sono molto piccole, con margini ben definiti e che si dispongono lontane fra di loro. Per queste loro caratteristiche le Drusen rigide non danno problemi oculari
  • Drusen molli: sono più grandi (arrivano fino a 125um), con i bordi non definiti e tendono a disporsi una accanto all’altra. La presenza di Drusen molli si riscontra prevalentemente in persone colpite da Degenerazione maculare senile secca (DMLE)
  • Drusen del nervo ottico, sono situate sulla superficie o sul bordo della papilla ottica. Sono solitamente asintomatiche e si trovano spesso anche nei bambini, senza però causare disturbi visivi.

Quali sintomi danno la presenza di Drusen?

Inizialmente le Drusen possono essere asintomatiche oppure presentarsi con un calo del visus a livello centrale, con una visone sfocata delle parole o con una visione distorta delle linee. La visione distorta è un sintomo molto frequente della degenerazione maculare senile (causata dai Drusen), per questo è importante effettuare una visita oculistica urgente all’insorgere di questo sintomo.
Le Drusen possono essere diagnosticate dall’oculista, con un esame accurato del fondo oculare e con il test di Amsler, un test molto semplice che consiste nel fissare un punto centrale all’interno di una griglia e nel fare attenzione se le righe appaiono distorte o deformate o se al centro è presente una macchia scura.

Altri esami strumentali utilizzati sono:

  • la fluorangiografia, un esame che prevede l’iniezione in vena di un colorante che va a distribuirsi a livello dei vasi oculari evidenziando eventuali alterazioni
  • la tomografia ottica (OCT) che permette di fotografare gli strati retinici e quantificare così il danno retinico.

Come possono essere trattati i Drusen?

Purtroppo non è possibile impedire la formazione delle Drusen ma esistono solo rimedi sintomatici, che consistono nell’assunzione di  integratori alimentari di luteina, vitamina C, vitamina E e minerali.
Nel caso in cui le Drusen abbiano causato la comparsa della degenerazione maculare senile (DMLE), possono essere fatte iniezioni intravitreali di farmaci che vanno ad agire sulla componente vascolare migliorando la vista.
Nello stadio iniziale della malattia è possibile intervenire con il laser  2RT, come spiega il dott. Dario Severino, oculista a Pisa. 

La caratteristica principale del laser 2 RT è che emette impulsi a bassa potenza (quindi non fotodistruttivi) che vanno a stimolare la migrazione delle cellule sane nelle aeree retiniche danneggiate, senza causare un danno termico ai tessuti sani. Di solito è sufficiente un unico trattamento, che comunque può essere ripetuto dopo 6 mesi.