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Sindrome burnout: cos’è e come superarla!

Si stima che ogni anno circa 98mila pazienti muoiano a causa di errori medici prevenibili. Errori che nella maggior parte dei casi, sono conseguenza di processi inefficienti, condizioni critiche, o difettose, come l’eccessivo carico di lavoro di medici ed operatori sanitari, sempre più condizionato dal crescente invecchiamento della popolazione e dalla difficoltà da parte dei servizi territoriali di fornire l’assistenza necessaria.

Siamo di fronte, dunque, al cosiddetto allarme e/o sindrome bornout, ossia, la condizione di esaurimento emotivo, di irrequietezza, depersonalizzazione, e senso di frustrazione che colpisce medici ed operatori sanitari a fronte dell’eccessivo carico di lavoro (sia funzionale che emotivo), capace di determinare effetti drammatici sul piano individuale, lavorativo ed organizzativo con il conseguente calo delle performance e della qualità del servizio erogato.

Ma com’è possibile riconoscere la sindrome bornout tra i medici ed operatori sanitari?

Come prevenirla? E come ottimizzare tale criticità?

Identifichiamo alcuni dei possibili segnali da monitorare e le modalità con cui offrire sostegno al personale medico sanitario nel superamento di tale criticità.

Sindrome burnout: i segnali da monitorare

  1. Esaurimento emotivo

L’esaurimento emotivo è il sintomo centrale del burnout e consiste nel sentirsi sfiniti sul piano emotivo, fisico e mentale. Le persone colpite da esaurimento emotivo si sentono svuotate, costantemente sovraesposte, annullate dal proprio lavoro e incapaci di guardare avanti.

  1. Depersonalizzazione

Medici ed operatori sanitari manifestano un atteggiamento di negativismo e/o cinismo sia verso il loro lavoro che in relazione alle risorse coinvolte (pazienti, altri medici, superiori, etc) e di distacco mentale dalle proprie mansioni con aumento dell’isolamento dal proprio lavoro.

  1. Ridotta efficacia professionale

La ridotta realizzazione personale, la percezione della propria inadeguatezza al lavoro, il sentimento di insuccesso si traducono inevitabilmente in un calo dell’effiicenza. Medici ed operatori si chiedono: ma il mio lavoro sta beneficiando i pazienti? Ho le competenze giuste per migliorare il mio lavoro e contribuire ad apportare successo alla mia pratica?

Sindrome bornout: le modalità per superarla

Una organizzazione sanitaria, nella condizione in cui riconosca nei suoi operatori la sindrome bornout, può apportare dei cambiamenti all’organizzazione e strutturare un contesto medico-sanitario all’altezza del suo team e a garanzia della loro professionalità.

Le modalità attuabili, ad esempio, possono esser:

  1. Ottimizzazione del management e dell’organizzazione
  2. Acquisizione della tecnologia ed automatizzazione delle attività
  3. Più formazione e maggiore tempo libero

1.Ottimizzazione del management e dell’organizzazione

In questo scenario il primo passo da compiere è strutturare un sistema organizzativo moderno, di qualità, in grado di promuovere la collaborazione tra i diversi livelli di responsabilità e realizzare un efficiente servizio medico-sanitario. Organizzare vorrà significare integrare in maniera fluida e diretta le diverse aree del processo sanitario (prenotazione, accettazione, amministrazione, refertazione, etc), prestare attenzione alle modalità di lavoro, assicurare che ogni addetto si focalizzi sulle proprie attività, aver oculatezza nel delegare e garantire un servizio ottimizzato, sinergico ed efficiente.

Così aumenterà sia il livello qualitativo del singolo che dell’intero team e si potrà riconoscere nella soddisfazione e nella gratitudine dei pazienti il risultato di un ottimale lavoro di squadra.

  1. Acquisizione della tecnologia ed automatizzazione delle attività

La tecnologia informatica è la risposta più adeguata alle nuove esigenze del mercato sanitario.

Occorre, dunque, integrarla senza esitazione per razionalizzare l’attività di medici ed operatori, migliorare le loro performance ed accrescere la qualità dei servizi offerti, ottimizzando così la soddisfazione dei pazienti e raggiungendo una maggiore produttività.

Mediante l’informatica, si semplificano i processi gestionali ed organizzativi e si procede verso un ridimensionamento del processo di automazione che permette di snellire pratiche e procedure (dalla prenotazione alla consegna del referto al paziente), e semplificare le attività di ogni singolo operatore.

Basti pensare, ad esempio, alla possibilità di gestire la prenotazione del paziente su supporto informatico anziché su carta, alla velocità dell’accettazione mediante il lettore barcode, al promemoria degli appuntamenti per i pazienti, alla possibilità di acquisire i dati dei pazienti mediante una cartella clinica digitale, alla raccolta e all’analisi dei sondaggi sulla soddisfazione dei pazienti o ancora la possibilità di elaborare un referto anche se non si è in sede, inviandolo via email al paziente. E in tal contesto, un software gestione studio medico o software gestione poliambulatorio, si rileva uno dei maggiori supporti nell’ottimizzazione del processo medico-sanitario e nel miglioramento della professionalità di medici ed operatori.

  1. Più formazione e maggiore tempo libero

È importante estendere l’autoformazione e l’aggiornamento (con, ad esempio, corsi sul settore professionale della risorsa, corsi sulla gestione del team, corsi di comunicazione per gestire il rischio, etc) facendo di tutto per cogliere le potenzialità di ogni operatore, nonché, concedere loro un periodo di vacanza o di pausa forzato ed organizzato. Questi due momenti, in cui l’operatore si focalizza su sé stesso, sono l’incentivo migliore per riacquisire le giuste energie e l’ottimale motivazione per riavvicinarsi al contesto lavorativo e valorizzare la loro professionalità. Il contesto di lavoro, diviene, così un ambiente favorevole e la centralità del paziente e l’attenzione alle sue cure riacquisiscono un ruolo primario.

Queste pratiche rappresentano un punto di partenza ottimale per migliorare il contesto lavorativo e supportare medici ed operatori nel superare la criticità della sindrome burnout.