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Acetone: scopriamo di più su questo disturbo e vediamo come rimediare

Può capitare frequentemente di imbattersi nell’acetone in età pediatrica. Si tratta di un disturbo passeggero, che non deve preoccupare: dipende da una disfunzione transitoria del metabolismo, provocata da una carenza di zuccheri. In assenza di questi, l’organismo che necessita di energia inizia a bruciare grassi per produrla. I sintomi dell’acetone e altri disturbi concomitanti possono essere gestiti.

Con quale meccanismo insorge l’acetone?

Se vogliamo capire cos’è l’acetone, dobbiamo fare una piccola premessa. Per svolgere tutte le proprie abituali funzioni fisiologiche, il nostro organismo ha bisogno di (tanta) energia. Per introdurla, è necessario mangiare, un’azione semplice, primitiva, ma fondamentale perché il corpo (re)agisca: infatti, il “carburante” naturale deriva dal cibo, soprattutto dai carboidrati.

Durante il processo metabolico, i carboidrati vengono trasformati in zuccheri i quali, sotto forma di glucosio, dopo essere assorbiti dal sangue, forniscono l’energia necessaria a tutto il corpo.

In sintesi, questo è il normale meccanismo metabolico che, tuttavia, può alterarsi per una serie di ragioni. Una tra queste è l’inadeguato o scarso introito di carboidrati nell’alimentazione, con una conseguente diminuzione del “carburante” necessario per produrre energia sufficiente all’organismo. In questa situazione, l’organismo innesca un processo alternativo per ottenere energia: la chetosi.

Parliamo di un sistema secondario che consente di ricavare l’energia di cui il nostro organismo necessita dai grassi delle cellule adipose. In seguito a questo processo metabolico “di riserva”, si riversano nel sangue sostanze acide. Sono molecole di scarto chiamate ”corpi chetonici”.

Come si manifesta l’acetone?

Non si può considerare l’acetone come una malattia vera a propria, ma come una condizione di squilibrio metabolico. parlando di sintomi, ecco i principali:

  • Alito cattivo
  • Senso di malessere
  • Mal di testa
  • Nausea
  • Vomito, che spesso può essere intenso
  • Spossatezza
  • Presenza di dolori addominali, mal di pancia.

In particolare, l’alito sgradevole è uno dei primi sintomi indicativi della presenza di acetone. Il disturbo è infatti facilmente rintracciabile dal tipico odore di frutta troppo matura liberato dall’alito. Quando l’organismo dei piccoli comincia a metabolizzare i lipidi o grassi, produce anche scorie (prodotti di scarto), i cosiddetti “corpi chetonici”, che cominciano ad entrare in circolo nell’organismo. Queste sostanze sono estremamente volatili e vengono rimosse dal corpo con il respiro o le urine.

Solitamente, l’acetone nei bambini è un disturbo passeggero che si risolve in breve tempo: può durare fino a un paio di giorni, senza provocare troppi fastidi e senza lasciare conseguenze particolari, perciò non dobbiamo preoccuparci nel caso in cui vedessimo il piccolo sofferente.

Quali sono le cause dell’acetone e come agire?

L’acetone può comparire come conseguenza di condizioni fisiche che comportano un particolare dispendio di energia da parte del corpo. Questo disturbo può essere riconducibile a diversi fattori. Ad esempio, può far seguito a un episodio febbrile, a un digiuno prolungato, a un periodo di stress emotivo o di dieta disordinata, ricca di “cibo spazzatura” come le merendine confezionate, le patatine o cibi fritti e pesanti.

Dunque l’acetone può insorgere in seguito a condizioni fisiologiche e psicologiche che per essere affrontate richiedono una maggiore quota di energie e quindi glucosio. Ecco una serie di cause che possono dare luogo all’acetone:

  • Febbre
  • Stress emotivo
  • Digiuno prolungato
  • Inappetenza
  • Sforzi intensi e prolungati
  • Dieta ricca di grassi
  • Diabete
  • Malattie congenite del metabolismo

In questa condizione, per prevenire o contrastare la formazione di acetone e agevolarne l’eliminazione, è consigliabile far seguire al piccolo una dieta ricca di zuccheri e acqua, ma povera di grassi. In particolare:

  • Diamo succhi di frutta al piccolo, si tratta di bevande zuccherine che possono rimpinguare subito la scorta di glucosio;
  • Facciamo bere al piccolo acqua zuccherata, frequentemente e a piccoli sorsi, per contrastare la disidratazione. Andrà bene anche la camomilla zuccherata.

Per quanto riguarda l’alimentazione corretta, i consigli di benessere prevedono di rimuovere l’eccesso di grassi nella dieta e assumere carboidrati semplici o monosaccaridi di frequente e in piccole quantità, ad esempio la pasta e il riso, la cui digestione libera glucosio nell’intestino. Possibilmente, è consigliabile rimuovere temporaneamente dalla dieta i grassi animali, soprattutto latte intero, burro, formaggi, fritti, carni grasse, insaccati. Non dobbiamo preoccuparci, poiché l’acetone è un disturbo passeggero che tende a rientrare in pochi giorni.

Acetone negli adulti, è possibile?

 

Sì, è possibile. Generalmente, la chetosi negli adulti può comparire in presenza di patologie del metabolismo come ad esempio il diabete o anche malattie del pancreas, durante la gravidanza, in occasione di eventi stressanti o durante un intero periodo di forte stress, ma anche per un consumo elevato di alcol, a causa di un digiuno protratto o durante una dieta priva o povera di carboidrati.

Anche nel caso degli adulti, quindi, possiamo osservare come le evenienze che favoriscono l’acetone prevedano situazioni in cui l’organismo deve chiamare a raccolta tutte le proprie forze e dare fondo alle scorte energetiche disponibili.

Come affrontare tale situazione? I consigli di benessere prevedono di rimuovere l’eccesso di grassi nella dieta e assumere carboidrati semplici o monosaccaridi di frequente e in piccole quantità, come ad esempio bevande zuccherate, spremute, succhi di frutta, miele, affinché l’organismo sia in grado di ricominciare a utilizzare il glucosio come “combustibile naturale”, senza dover ricorrere ai grassi.